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Stop alla fatturazione elettronica per medici e farmacisti

Il prossimo anno medici e farmacisti sono stati esonerati dall’obbligo di emettere fatturazione elettronica, pertanto potranno continuare a rilasciare la consueta fattura cartacea.
E’ uno dei due emendamenti approvati in seno alla Commissione Finanze del Senato durante l’esame del decreto legge (art.10/bis del D.L. 23-10-18 n. 119) recante disposizioni urgenti in materia fiscale.

L’Art. 10-bis recita:
(Disposizioni di semplificazione in tema di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari)

1. Per il periodo d’imposta 2019 i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, ai sensi dell’articolo 3, commi 3 e 4, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, e dei relativi decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, sono esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127, con riferimento alle fatture i cui dati sono inviati al Sistema tessera sanitaria. I dati fiscali trasmessi al Sistema tessera sanitaria possono essere utilizzati dall’Agenzia delle entrate anche per finalità diverse dall’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata.

Secondo quanto declinato dall’art. 1 comma 3 i soggetti esonerati sono:
* le aziende sanitarie locali,
* le aziende ospedaliere,
* gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico,
* i policlinici universitari,
* le farmacie, pubbliche e private,
* i presidi di specialistica ambulatoriale,
* le strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa,
* gli altri presidi e strutture accreditati per l’erogazione dei servizi sanitari
* gli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

Il provvedimento era già stato ipotizzato nei giorni scorsi dopo che erano state riscontrate numerose criticità dal Garante della Privacy per il rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali (Gdpr europeo), sottolineando che la messa a disposizione della fattura a tutti i consumatori che non hanno partita IVA sul portale dell’Agenzia delle Entrate senza chiedere il consenso “nonostante il diritto di ottenerne una copia, digitale o analogica, direttamente dall’operatore” comporta “un ingiustificato incremento dei rischi per i diritti e le libertà di tutti i privati cittadini, insiti in un trattamento massivo e informatizzato di dati accessibili tramite un applicativo web”.

Inoltre il Garante ha evidenziato la necessità di prevedere:
“tecniche e organizzative adeguate ad assicurare il rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali in tutta la filiera del trattamento dei dati personali effettuato a fini di fatturazione elettronica”, con particolare riferimento al ruolo degli intermediari e alla concentrazione, presso soggetti che operano nei confronti di una grande moltitudine di operatori economici, di una mole enorme di informazioni, con elevati rischi di utilizzi impropri.

In sintesi, i dati delle fatture non sono in linea con la legge sulla privacy, ma non lo sono nemmeno tutti i dati sanitari, le ricette, le diagnosi, i trattamenti, che i medici di famiglia inviano ogni giorno nei server ministeriali e delle Regioni.

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